
- Tu lì dimorerai-
Breve riflessione sull'autunno malinconico

L'autunno avanza.
Il freddo che spaventa, tutto che s'inneva o se non s'inneva direi che "s'impiova"...
e piove, "piove su le tamerici, salmastre ed arse...piove su i nostri volti silvani",
all'autunno,
che in questi anni d'incertezza è così coerente alla malinconia,
che è dentro l'estate e dentro la primavera,
che si fa strada già a marzo e trasforma Roma
in un colorato e decadente altare novembrino,
autunno che porta con se morti e vento, e nomi
sussurrati e poi svaniti, in questa Roma
piena di caduti,
le foglie s'adagiano in silenzio.
Trastevere che sa di cose rotte e "cieli guasti illuminati",
come diceva quella canzone,
e la tiburtina piena di bagliori notturni,
e i maglioni di lana,
e le promesse non mantenute,
ormai è quasi dicembre,
il tempo sta per scadere,
e un altro anno svelerà i bugiardi
agli occhi degli innocenti.
Godetevi il vento freddo,
tirate fuori le sciarpe di lana,
si va verso il cupo inverno
Dove releghiamo l'amore
ai bordi dei letti,
agli angoli della mente:
li dimorerà l'amore.
Tra le pieghe spente di un letto sfatto,
convinto che manchi ancora tutta la vita
alla fine del mondo;
e scorderà d'aver progettato di rifare quel letto,
svegliato una mattina dal gelo del nuovo inverno,
solo, come i pochi eroi di questo mondo
hanno imparato a rimanere,
e noi romantici ci svestiremo, sotto una doccia gelida
in un vecchio bagno, d'una stazione qualunque,
dove passano anche i poeti,
Tra le pieghe spente d'un letto gelato, fumeremo la nostra sigaretta
guardando l'amore rigirarsi
incastrato sotto le lenzuola
come un bambino senza più giochi.
Rideremo, e tra il crepuscolo e l'alba,
tra l'autunno e l'inverno diverremo
solo il talentuoso andare di questi giorni malati,
Ma io lo so,
guarderemo l'amore rigirarsi,
fino alla fine, spalle al sole, silenzioso.
Tu li dimorerai, amore.
In questo autunno,
in questi anni di silenzio,
tra le pieghe spente di un letto sfatto,
convinto che manchi ancora
tutta la vita
alla fine del mondo.