
-Trentenni-

Si snoda il gomitolo,
i ricordi si mescolano,
come
non avessero linea
di contorno,
come se sfiorisse ogni giorno
lì
un crisantemo,
poggiato sul tavolo,
dimenticato,
e lo guardassimo morire,
così
senza sfiorarlo,
gettarlo.
Salvarlo.
Dimoreremo qui,
tra i ricordi sbiaditi d'una vita
che cambia,
in una linea retta verso la fine
cammineremo
mentre le navi partono,
l'acqua si fa profonda,
mentre i giorni si consumano
e i venti
spazzano via anche l'ultima
memoria,
tra le spighe di grano che si seccano,
tra i muri che si spezzano
e le ossa che si rompono,
che si fanno polvere, terra, fango,
in questo tutto,
che tutto è
e tutto muta,
in questo ieri,
oggi, domani
in cui mi sembra d'affogare,
"non hai più vent'anni",
le gote non s'arrossano più,
e le gambe non corrono
su prati infiniti,
e il respiro non si spezza
là dove non sai,
ma decide ogni passo,
sennò niente salto...
tutto scorre
come acqua su rocce già levigate,
tutto diviene infelice
d'una tristezza piacevole
e spaventata,
la gioia sorpresa
in attimi che sanno di
finito;
che non c'è
battaglia da vincere
oltre la quale vedere un
felice mattino,
un'aurora delicata,
un silenzio,
e poi il balzo, lì,
nel domani.
Dimoreremo qui,
tra il tempo passato e
quel poco che c'avanza,
un passo che rimbomba sulla superficie
della terra per qualche millennio,
rapido come una freccia che scocca,
dritta verso il centro d'un bersaglio
che non vediamo più,
a scalare pareti infinite,
a sorridere alle speranze
senza paure d'un tempo,
ancora, in fondo,
tremendamente,
dolorosamente,
convinti,
che manchi ancora tutta una vita
alla fine del mondo.